Nella luce del mondo

Luna dei monti Iblei. Foto di @carlocolumbafineart

Luna dei monti Iblei. Foto di @carlocolumbafineart

Le notti di luna piena non riesco a dormire. È così da quando portavo mio figlio in grembo.

Da allora ad oggi ho vissuto questo cambiamento come una fatica, stanchezza aggiunta a stanchezza.

Solo con l’ultima luna ho capito che il problema non era non dormire, ma non poter restare sveglia. Avere un ritmo di vita che non mi permette di offrire una notte allo studio o alla scrittura o a un libro letto d’un fiato, al disegno a star raggomitolata a pensare davanti al camino.

Non so ancora come, ma so che qualcosa cambierà.

E questo basta perché sia capodanno.

Ma io ho anche aggiunto una casa di campagna e l’ultimo libro di Patti Smith.

Foto di @carlocolumbafineart

Foto di @carlocolumbafineart

Leggo di lei mentre mio figlio gira intorno al tavolo con la bicicletta, fuori fa buio presto, la stufa a legna è accesa e Carlo inforna le mele.

Così viaggio dai monti Iblei alla California, osservo le sue visioni e sogno di mangiare tacos di pesce insieme a lei in un locale di Santa Cruz.

Ma io non voglio essere lei. Vorrei solo essere me, come Patti sa essere se stessa.

Per questo sono felice di aver capito il senso delle notti bianche di luna il giorno del suo compleanno.

Felice di sperimentare che nel mio corpo è ancora vivo un richiamo ancestrale antico quanto il mondo.

Stamattina ho guardato il mio amore sotto i mandorli spogli, mi sembrava di scorgere i desideri del suo cuore, tutti illuminati dal sole.

IMG_20201230_124117

Ci sono luoghi in cui la parte più vera di noi prende il sopravvento.

Anche Patti ha il suo ed una casa a Rockaway beach. L’ha acquistata che stava appena in piedi, oggi è il suo rifugio. Fino a quando non ha potuto ristrutturarla dopo ogni tempesta correva a contare i danni. Ne trovava sempre, ma la casa è rimasta su quel tanto che serviva ad alimentare il suo sogno, la sua intenzione, la sua necessità.

Casa di Patti Smith a Rockaway beach.

Casa di Patti Smith a Rockaway beach.

Chissà quando abbiamo cominciato a credere alla narrazione che distingue il desiderio dalla necessità, la realtà dal sogno. Come se, poi, anche quello che non si può realizzare, non valesse la pena sognarlo comunque. Fin nei particolari.

Stamattina una foglia di quercia è caduta proprio mentre passava il mio bambino. Lui si è fermato, l’ha guardata fino a quando non ha toccato terra, poi si è voltato, mi ha sorriso un attimo ed ha proseguito.

IMG_20201230_163959

Sì guarda intorno con sguardo maturo ed è pronto a cogliere ogni segnale. Sembra più un animaletto selvatico che un bambino.

Anche lui sta imparando che il giorno del compleanno di Patti è un giorno in cui star lieti, una festa di famiglia.

Auguri ragazza mia, benedico ciascuno di questi tuoi settantaquattro anni nella luce del mondo.

Patti Smith ❤️

La luna, il fuoco, una danza.

IMG_20191214_213526

Il mio letto è come un terrazzo. Da qui vedo il giardino e gli alberi e la luna calante. È grande e luminosa ed ha attorno un’aura splendente che in arabo si chiama “Hala”.

Accanto a me, a sinistra, dorme il mio bambino. È piccolo ancora. Non sa parlare, ma sa amare. Oggi mi ha amata con gli occhi ed una parola. Mentre ballavo i Guns N’ Roses nella sua camera e lui giocava a tuffarsi dal letto sui cuscini si è fermato e mi ha guardata, aveva gli occhi pieni di luce e sorridendo ha detto piano a se stesso: “…mamma!”.

Accanto a me, a destra, dorme il mio amore, il padre del mio bambino. Stasera ha acceso il fuoco per noi ed abbiamo cenato davanti al camino. Abbiamo parlato poco, ci siamo accarezzati molto e poi ancora.

È sabato, sono le 21.29 e noi siamo già a letto. E siamo sfiniti, a tratti impauriti, ma felici.

È davvero probabile che l’amore ci salverà tutti.

Per ogni luna crescente e calante

@nynkelocher

@nynkelocher

Provo a scrivere  questo post dal 7 luglio. Da quando sono entrata in bagno pensierosa e stanca e ne sono uscita in lacrime alla ricerca urgente del più importante degli abbracci.

Mi scorrevano fiumi di lacrime dagli occhi e un rivolo di sangue nuovo tra le gambe.

Il capoparto è la prima mestruazione che arriva dopo aver dato alla luce. E non ha una data per nessuna donna. Ad alcune arriva subito, per altre ci vuole qualche mese, per me ce ne sono voluti quindici. Circa 450 giorni bianchi come il latte del mio seno.

Avevo immaginato questo momento in ogni modo, raffigurandomi la fatica di ricominciare. Avevo paura e insieme desiderio di tornare ad avere un ritmo, di uscire da un tempo tutto dedicato, senza sbalzi, di ricominciare a rincorrere cime, trovando un varco d’uscita dalla mia  lunga faticosissima pianura.

Ho visto il sangue e sono scoppiata in un pianto di liberazione. Mi sentivo come se stessi tornando da un lungo viaggio, come se facessi io stessa ritorno a me stessa. Ero Itaca, Ulisse, Penelope e il mare.

È stato un ciclo lungo ed abbondante e senza dolore. L’indomani mattina mi sono svegliata con sangue dappertutto: sulle mutande, sul pigiama, sulle lenzuola, sul coprimaterasso e sul materasso. E quando sono tornata dal bagno ed ho ho trovato il mio uomo con una spugnetta che canticchiando cercava di smacchiare il possibile e mio figlio che saltava contento fra le lenzuola battezzate dal sangue nuovo, ho deciso che volevo fare una festa.

IMG_20190709_101227

Ho invitato le donne a me care, non tutte quelle che avrei voluto, ma alcune a mo’ di rappresentanza. Sono venute accompagnate ciascuna dal frutto del proprio sangue, non solo figli, ma amori, dolori, vita da raccontare e condividere. Le ho viste passaggiare nel nostro giardino e mangiare alla nostra tavola, erano bellissime ed ho provato una grande gioia a pensare che il mio sangue ci avesse riunite così. Ho ricevuto fiori, dolci soffici come nuvole, vino e molto amore.

Allora ho potuto attraversare la paura ed arrivare fino al “capo” di questo tratto di vita che è il diventare madre, fino a quel promontorio che sporge estendendosi sul mare e che è da sempre la fine e l’inizio dei viaggi epici. Il capoparto come il Capo di Buona Speranza, come Capo Horn, Nord, come Capo Passaro. Inizio e fine di un mondo. L’inizio di un tempo sacro e benedetto che non è per la procreazione e che ha un limite visibile, un confine sottile che annuncia nuove terre da esplorare. Chi sarò, come diventerò, quali potenze inespresse ci sono in me, quale forza ho da scoprire, che tipo di donna posso nuovamente diventare, cosa desidero davvero, verso dove e con chi voglio navigare.

0a043827bf1e61f3f40b7742b08b176b

È benedetto il frutto del grembo di una donna, ma è benedetto soprattutto il grembo che compie gli stessi cicli, che funziona in modo eguale, ma che non fa mai una cosa simile. Una diversità moltiplicata per quanto lunga e larga si estende la vita di una donna e poi per le vite di tutte le donne, da Eva alla Madonna, sempre, per ogni luna crescente e calante, in ogni cielo, finché esiste il mondo.

Clorophilla, italian artist

Clorophilla, italian artist

Luglio per i secoli dei secoli

La Luna del 9 di luglio, A.D. 2019

La Luna del 9 di luglio, A.D. 2019

Cena finita,
raccolte le briciole.
Caldo, grilli e cicale.
La Luna è a metà,
aperta, mancante, lucente, bellissima.
Colmi i nostri pensieri.
I cani hanno mangiato,
le piante hanno bevuto,
siamo una comunità
e aspettiamo la notte.
Una tregua.
Rinunciamo al letto, a lenzuola in fiamme,
restiamo fuori,
due sdraio vicine.
Io col seno scoperto
per nutrire il più piccolo del micro cosmo che è la nostra casa:
Un sogno faticoso che non finisce di realizzarsi
aperto, mancante, lucente, bellissimo.
Io leggo, lui dorme.
La sua testa sul braccio,
un impasto di pelle e sudore:
Amore mio, sei il mio pane quotidiano,
ti mangio come fossi Gesù,
il Salvatore,
Figlio di Davide, pietà!
Dai vialetti del giardino
tu arrivi muto.
Hai rimesso a posto ogni cosa,
ricomposto il mondo perché possa ricominciare per noi un domani felice.
Ti siedi accanto,
sospiri.
Chiudi gli occhi, giri la testa, apri gli occhi, ci guardi.
Li richiudi, ti rigiri.
“Giulia…”
“Sì?”
“Io vi amo”.

Per i secoli dei secoli.
Amen.