Anni

(foto di ©John William Keedy)

(foto di ©John William Keedy)

Quegli anni che si dicono
furenti presi dal fare e disfare
se stessi per trovare la strada
fino ai profondi se stessi,
non si temevano freni e fatica
si dormiva anche solo tre ore
perché c’era da costruire
il sole in tempo per l’alba
così da essere nostro il giorno,

gli anni verdi che sapevi
respirare l’aria delle cinque
e potevi dormire ovunque,
sapevi che tanto crescevano
i semi nel frattempo
anzi, solo se sognavi l’albero
trovavi la pianta al risveglio,

gli anni che in un solo anno
bruciavi tantissime vite
ma leggero perché sentivi
imminente la forma di tutto,
ora che si prolungano
e ti vogliono ancora a fare e
disfare te stesso per avere
in mano un presente
che somigli al frutto sognato,
sono gialli pesanti e muti

ceri di modesta fiamma
anche se li trucchi nelle storie
che racconti agli amici
parlando sotto un sole
che altri fanno prima dell’alba,
e basta un no a piegarti
e dormi poche ore al giorno
sapendo che niente cresce
di fianco al letto, niente
del verde e della luce provata
negli anni che si diceva.

Marco Bisanti