Sono stato me stesso. E gli altri, tutti gli altri che potevo essere.

[Avviate il video, amici. E poi, poi, cominciate a leggere]

Sapesse le cose che ho visto con gli occhiali dell’anima:
ho visto i contrafforti di Orione, lassù nello spazio infinito.
Ho camminato con questi piedi terrestri sulla croce del sud.
Ho attraversato notti infinite come una cometa lucente.
Gli spazi interstellari dell’immaginazione, la voluttà, la paura
e sono stato uomo, donna, vecchio, bambina.
Sono stato la folla dei grandi boulevards delle capitali dell’occidente,
sono stato il placido Buddha dell’oriente.
Sono stato me stesso. E gli altri,
tutti gli altri che potevo essere.
Ho conosciuto onori e disonori,
entusiasmi, sfinimenti.
Ho attraversato fiumi e impervie montagne,
ho guardato placide greggi
e ho ricevuto sul capo il sole e la pioggia.
Sono stato femmmina in calore,
sono stato il gatto che gioca per strada,
sono stato il sole e la luna. E tutto.
Perchè la vita, non basta.
La vita, non basta.

Antonio Tabucchi
Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa

Fame di parole

In questi giorni è apparso su palermo.repubblica.it un articolo sul nuovo boom di analfabati tra i giovani siciliani http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/05/05/news/il_boom_dei_nuovi_analfabeti_un_ragazzo_su_tre_non_sa_leggere-58085888/ Prendiamo spunto da questa nuova indagine per riproporvi l’ascolto di un racconto/denuncia sulla fame di parole di cui muoiono i bambini di uno dei quartieri più poveri di Palermo: l’Albergheria e su quanti si adoperano per placare questa fame e le sue conseguenze http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-813ef6a3-d1b3-47d0-8387-511724bc05c2.html?refresh_ce

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