Ho rivisto uguali i posti. Ho guardato gli stessi luoghi con occhi nuovi. L’amore rinnova gli organi di tessuti vergini e modifica gli sguardi come fanciulli.
Roma puzza di piscio e povertà davanti ai portoni delle chiese del centro. All’interno bruciano le candale e si consuma l’attesa, la speranza di un esito. L’amore trasforma l’attesa, l’amore partorisce desideri di radici antiche e rami morbidi di germoglio.
A Roma i barboni dormono negli angoli e tormentano la prospettiva, le palpebre si chiudono sulle panchine vegliate dai cani. A Roma s’intrecciano le braccia degli amici, le risa liete nell’umidità della sera, le voci dei bambini. L’amore mescola i drammi e accende la notte di fiato e di segreti.
A Roma piovono ricordi sulle foglie dei platani rossi. Tremano le ombre al perdurar dei sentimenti tutti trasformati, adulti e soli. L’amore fermenta il mosto di antiche raccolte e placa la sete della festa.
A Roma suonano campane di antichi annunci, si accendono le strade di passi novelli. L’amore scioglie i grumi al dolore ed è fertile di semi la terra strappata al pianto.
Tra le cose, forse la cosa più bella che hai mai scritto. Perché c’è tutto. E per una volta, non esagero.