Itaca per sempre

(foto di Cristiano Denannia-2007)

(foto di Cristiano Denannia-2007)

E’ un libro bellissimo. Lento, come lenta e profonda procede la vita di coloro che abitano terre circondate dal mare. Ho comprato il libro ad Agosto, l’ho finito adesso. Leggevo, e poi sfilavo la trama delle parole, per ricucirle, di nuovo, su misura dei pensieri e delle vicende che erano i miei pensieri e le mie vicende, in quel momento. Sfilavo e ricucivo per far, pure, compagnia a Penelope, che più di tutte le donne ha patito solitudine e partorito attese, la sola, fra tutte, ad aver scrutato così a lungo l’orizzonte, sopportanto giorno dopo giorno la ferita di quella linea luminosa e tagliente fra cielo e mare.

Penelope
Devo difendermi dai ricordi che per anni hanno guidato ogni mio gesto e ogni mio pensiero. Leggeri gesti, quasi sospesi nell’aria, e pensieri pesanti come il piombo. Quando ho riconosciuto Ulisse sotto gli stracci di questo vagabondo, ho scoperto con dolore che nessuna fiducia ripone nella donna che ha diviso con lui gli anni della gioia e della giovinezza, delle parole amorose, degli amplessi. I nostri anni migliori si sono consumati nella memoria e Ulisse ha smarrito ormai la prospettiva misteriosa dei desideri reali cui ha diritto non solo la sua sposa ma ogni donna del mondo.
Ulisse ha dovuto combattere con le Sirene, i Ciclopi, i Mostri Marini che ha trovato sulla strada e perciò diffida di tutti in tutte le occasioni, e crede di essere sempre in guerra con il mondo. Così questo ritorno è avvenuto senza gioia e nel segno del sospetto. Come potrò perdonare a Ulisse la freddezza con cui riesce a nascondersi e a scrutarmi come oggetto senz’anima? […]
Ulisse va cercando ostacoli ovunque e quando non li trova li crea lui stesso, come se volesse mettere ogni volta alla prova il proprio valore e la propria intelligenza. Ma io non sono una nemica che ordisce trame contro di lui, nè una moglie infedele. Se lui diffida di me io alimenterò la sua diffidenza, se mi infligge nuove amarezze io farò altrettanto con lui. […]
Ulisse ha lanciato le sue sonde come abile marinaio che naviga tra gli scogli, ma difficilmente potrà raggiungere i segreti del mio animo perchè anch’io so fingere quando occorre, ho fatto lunghi esercizi in questi anni per difendermi dagli assalti dei Proci, dalle lusinghe e dalle trame dei servi. Povero Ulisse, come lo odio, e come lo amo nonostante tutto, anche sotto questi luridi stracci di mendicante.
(da Itaca per sempre di L. Malerba)